ARTICOLO DE “L’AVVENIRE” A RIGUARDO DEL VIDEO SUI PRETI PEDOFILI SEGNALATO OGGI NEL MIO GUESTBOOK

Ai danni della Chiesa e di Ratzinger

Infame calunnia via Internet


Andrea Galli


Ognuno, evidentemente, si consola come vuole. O, meglio, come può. Così
stupisce solo in parte che dinanzi alla vitalità cattolica documentata
sabato scorso in Piazza San Giovanni, ci sia chi trovi benefico sfogo a
rovistare nel bidone della spazzatura alla ricerca di qualche lisca di
pesce o di qualche uovo in decomposizione. Confidando magari che
qualche organo di informazione, più o meno clandestino, non faccia
troppo lo schizzinoso, e rilanci generosamente il tutto, offrendo al
proprio pubblico come sicuro il cibo ampiamente avariato.
Ci riferiamo ad un documentario su preti cattolici e abusi sessuali
che, mandato in onda dalla Bbc nel 2006, viene oggi sottotitolato in
italiano da Bispensiero, sito di amici siciliani di Beppe Grillo, e caricato su Video Google,
dove pare abbia un certo successo. A proposito di bocche buone. Si tratta di un pot-pourri
di affermazioni e pseudo-testimonianze che furono apertamente
sconfessate a suo tempo dalla Conferenza episcopale inglese, la quale
invitò l’augusta Bbc a "vergognarsi per lo standard giornalistico usato nell’attaccare senza motivo Benedetto XVI".
Il pezzo forte del servizio infatti consisteva (e ancora consiste)
nell’accusa rivolta a Joseph Ratzinger di essere stato niente meno che
il responsabile massimo della copertura di crimini pedofili commessi da
sacerdoti in varie parti del globo, in quanto "garante" per 20 anni –
da quando fu nominato prefetto vaticano – del testo Crimen sollicitationis,
che è un’istruzione emanata in realtà dal Sant’Uffizio il 16 marzo
1962. Da notare la data: nel 1962 infatti Joseph Ratzinger non era
certo prefetto della futura Congregazione per la dottrina della fede,
essendo in quel tempo ancora teologo molto impegnato nella sua
Germania.
C’è da dire che quel documento veniva presentato dalla Bbc come un
marchingegno furbesco, escogitato dal Vaticano per coprire reati di
pedofilia, quando invece si trattava di un’impor
tante istruzione atta ad «istruire» i casi canonici e portare alla
riduzione allo stato laicale i presbiteri coinvolti in nefandezze
pedofile. In particolare, trattava delle violazioni del sacramento
della confessione. Da notare che l’Istruzione richiedeva il segreto del
procedimento canonico per permettere ad eventuali testimoni di farsi
avanti liberamente, sapendo che le loro deposizioni sarebbero state
confidenziali e non esposte a pubblicità. E di conseguenza anche la
parte accusata non vedesse infamato il proprio nome prima della
sentenza definitiva.
Insomma, un insieme di norme rigorose, che nulla aveva a che fare con
la volontà di insabbiare potenziali scandali. E che il testo Crimen Sollicitationis
non fosse pensato per tale fine lo dimostrava un paragrafo, il
quindicesimo, che obbligava chiunque fosse a conoscenza di un uso del
confessionale per abusi sessuali a denunciare il tutto, pena la
scomunica. Misura che semmai dà l’idea della serietà del documento e di
coloro che lo formularono, se si pensa che in base alla legge italiana
il privato cittadino (tale è anche il vescovo e chi è investito di
autorità ecclesiastica) è tenuto a denunciare solo i crimini contro
l’autorità dello Stato, per i quali infatti è prevista la pena
dell’ergastolo.
Senza contare che Joseph Ratzinger, più tardi diventato sì prefetto
della Congregazione per la dottrina della fede, avrebbe firmato – ma
siamo nel maggio 2001 – una Lettera ai Vescovi e altri Ordinari e Gerarchi della Chiesa Cattolica, pubblicata anche negli Acta Apostolicae Sedis,
dove si prevede espressamente che "il delitto contro il sesto precetto
del Decalogo, commesso da un chierico contro un minore di diciotto
anni", sia di competenza diretta della Congregazione stessa. Segno, per
chi abbia un minimo di buon senso giuridico, della volontà romana non
certo di occultare, ma di dare piuttosto il massimo rilievo a certi
reati, riservandone il giudizio non a realtà "locali", potenzia
lmente condizionabili, ma ad uno dei massimi organi della Santa Sede.
Questa, e non altra, è stata la posizione della Chiesa cattolica sui
reati ad essa interni di pedofilia. Questa, e non altra, la limpida
testimonianza del nostro Papa che in tempi non sospetti si scagliò
contro la sporcizia nella Chiesa.
I calunniatori dovrebbero chinare il capo e chiedere scusa.

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2 risposte a ARTICOLO DE “L’AVVENIRE” A RIGUARDO DEL VIDEO SUI PRETI PEDOFILI SEGNALATO OGGI NEL MIO GUESTBOOK

  1. Stefano ha detto:

    Caro fratel Roberto,
     
    è molto che non mi connetto a causa di esami vari ed un piccolo problema di salute (nulla di che), ma ora passo, come di consueto, a farti il mio saluto e a dire la mia sull\’articolo che hai citato.Purtroppo è da molto tempo che si sta cercando di denigrare la chiesa in qualunque modo e con qualsiasi mezzo. Come si può notare, comunque, l\’obettivo principe non è quello di screditare i preti in genere, ma quello di decapitare letteralmente la chiesa tutta colpendo direttamente il santo padre. Nessuno ha mai voluto negare i casi di pedofilia, tanto meno Benedetto XVI, ma a certi giornalisti e a certi individui (italiani e stranieri) interessa solo distruggere e danneggiare la chiesa. Saranno queste alcune delle grandi prove che annunciava la Madonna a Fatima?
     
    Un saluto
     
    Stefano

  2. connie ha detto:

    Ciao, consiglio il link dove c\’è un documento della Congregazione per la dottrina della Fede in cui Ratzinger fa riferimento ai crimine etc.
     
    http://www.ratzinger.it/modules.php?name=News&file=article&sid=202

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